Breve storia della danza sacra

STORIA BREVE DELLA DANZA SACRA

Di Giulia Mion

Agosto 2024

Questo breve articolo è un tentativo di esplorare la storia della Danza Sacra da quando tutto è iniziato fino ad ora. Ovviamente, dare una storia esaustiva e completa in questo breve scritto non è nemmeno pensabile, ma è possibile delineare le caratteristiche principali e tracciare un certo flusso e continuità nel tempo.

 

Le parole spesso creano confusione, in Italia le persone in generale non conoscono molto sul mondo della danza ed anche nel settore olistico viene inserita come pratica spesso senza un’autentica conoscenza di base. Prima di parlare della danza sacra desidero pertanto portare qualche semplice chiarimento sui termini.

“Danza” è una parola associata ad una tecnica precisa, a un coreografare su tempo e musica, è una vera e propria disciplina che necessita di studio e dedizione. Nella danza si impara tecnica, metodo e si può spaziare poi in altre aree che possono includere l’espressione di sentimenti ed emozioni, nonché l’interpretazione espressiva di personaggi, archetipi, frequenze energetiche (come nel caso della danza sacra).

 

Il “movimento creativo e/o espressivo” può essere collegato a precise tecniche, soprattutto teatrali, ed è per questo che nel tempo sono nate varie scuole. Tramite uno schema tecnico le persone vengono guidate nella liberazione o espressione di parti di nascoste di sé per reimparare a comunicare attraverso il corpo.

Col termine invece “movimento libero del corpo” si indica un gesto corporeo che nasce spontaneo, nel quale la persona semplicemente si libera nello spazio seguendo un flusso senza controllo, non precostituito e senza la guida di nessuno.

 

Tutto ciò che è “meditazione in movimento” riguarda una pratica meditativa che sfocia poi nel movimento che può essere di varia natura tra quelli che ho elencato sopra. Come si fa a comprenderne le differenze? È semplice. Se la persona non è guidata e non c’è un’intenzione precisa, sta sperimentando la libertà di movimento.

In tutti gli altri casi invece si rientra nell’espressione corporea o danza. In questo caso, la preparazione dell’insegnante è fondamentale per la massima riuscita della pratica, qualsiasi essa sia. La danza, dunque, è un’espressione coreutica che ha una storia antica quanto l’umanità. Con tale rispetto è corretto avvicinarsi, sia per l’insegnamento che diffusione.

 

In conclusione, il confine tra arte, disciplina, benessere e libertà di movimento è molto sottile; lì dove c’è appunto una conduzione, è necessaria ed eticamente importante un’adeguata preparazione. Chiarire questa differenza tra termini è fondamentale per aiutarci a comprendere che anche la danza sacra non è qualcosa che si è sviluppata in questo secolo scorso, ma è un’antichissima modalità di essere che accompagna l’umanità sin dalle primissime e più grandi civiltà formatesi prima di altre forme di pratiche spirituali organizzate.

All’inizio dei tempi non si poteva parlare esattamente di danza, piuttosto di una modalità di eseguire il movimento che attingeva dalla natura stessa in quanto massima espressione del divino, geometria in movimento, connessione con il tutto, sacra intesa come degna di rispetto.

 

Questa modalità di esprimere il corpo fluendo attraverso canto e musica in origine comprendeva molteplici forme di rituali che gli indigeni eseguivano per segnare il flusso ciclico della vita del loro villaggio e rendere omaggio alla Natura, sentendosi parte di essa. In modo molto semplicistico, possiamo dire che questi rituali venivano associati a momenti di vita specifici nel villaggio, come la raccolta, la semina, o segnando il cambiamento delle stagioni, o il passaggio all’età adulta, ecc. Era normale per la donna o l’uomo preposti alla guarigione delle persone della tribù articolare e coreografare i rituali, e sempre loro erano anche responsabili della corretta esecuzione per il massimo bene di tutta la comunità.

Nel momento in cui si assiste alla codifica di passi e movenze con coreografie ripetute possiamo iniziare a parlare di danza, danza sacra.

La realtà era ovviamente più articolata e complessa di come si può immaginare ora. Tracce di queste espressioni sono presenti in tutto il mondo, da un continente all’altro, fin dai tempi molto antichi e in ogni cultura tutto questo è associato alla spiritualità, specialmente con il culto della Dea o divinità femminile che garantirebbe la vita attraverso la morte e la trasformazione, fertilità, prosperità, salute e buona fortuna per gli individui e l’intera comunità. Il culto della Dea è sempre inclusivo, mai esclusivo, e l’abbondanza doveva essere distribuita a tutta la comunità. Per questo, nella vita comunitaria, il momento dedicato all’espressione del corpo è un evento rituale che coinvolge tutti e tutte.

 

Nel corso dei millenni, l’espressione sacra si è articolata in rituali coreografati e coreografie sempre più ricche dal punto di vista della dinamica del movimento, dando origine alla danza sacra mistica e rituale che nel tempo veniva poi trasmessa solamente per via iniziatica e in segreto. Questo è iniziato quando il culto della grande Dea è stato pian piano sostituito dalle religioni monoteiste, quando sono nate le classi sociali, portando controllo su tutto ciò che era la vita sociale, compresa l’espressione artistica. Dall’inclusività si è passati all’esclusività, sia per lo studio dei rituali danzati che per la condivisione.

 

Nella cultura dell’Antico Egitto, ad esempio, si usava la danza circolare in eventi rituali in cui le danzatrici dovevano impersonare una divinità, come per esempio la Dea Hathor, assumendone le sembianze ed interpretando il mondo divino per coloro che guardavano. La danza sacra è presente e descritta anche nella Bibbia, mai con parole e citazioni specifiche, ma con parole che ricordano l’atto di ballare come ruotare, saltare e roteare. Più tardi, durante il medioevo, i cristiani proibirono tutti i balli, specialmente quelli eseguiti nelle chiese.

Sempre nella Bibbia, troviamo una traccia di strumenti suonati per accompagnare i ballerini come i tamburi a mano (tamburelli), strumenti principali utilizzati insieme a cimbali, flauti, canne, lire, arpe e liuti. Tuttavia, se guardiamo alla storia, c’è un lato nascosto che sta emergendo proprio ora e descrive le donne che tamburellano; il potere di creare ritmi era dunque nelle mani delle donne. Si ritiene che i ritmi della danza e la musica siano lo strumento utilizzato dalla Dea per creare l’intero universo, quindi, se guardiamo indietro nella storia, è normale credere che le donne, donne sacre come le sacerdotesse, fossero le detentrici di questa tradizione.

 

Nell’antica Grecia la danza sacra era molto diffusa ed era una parte fondamentale della società greca e si formò intorno al culto degli dei. Di solito, gli dei maschili come Apollo, Ares, Dioniso e Pan sono tutti descritti come ballerini, mentre le divinità femminili come Artemide e Afrodite sono state descritte come danzanti con i loro compagni. La Dea è ovunque nella storia ed è profondamente legata alla danza sacra fin dall’inizio dei tempi. Al contrario di oggi, la Dea nel mondo antico orientale era in alta considerazione e le donne che erano l’incarnazione umana di quella forza femminile erano venerate e rispettate.

 

La Dea non è una forza che può essere domata, e riemerge nel corso della storia in un modo o nell’altro. Per esempio, la troviamo nella tradizione della danza hawaiana dove i ballerini danzavano per Pele, la dea del vulcano, che si dice abbia creato l’intera danza.

 

Nonostante il fatto che la danza sacra sia abbastanza insolita nel mondo islamico moderno, possiamo trovare una realtà spirituale in cui la danza è praticata in una setta mistica islamica ben organizzata come nell’ordine Mawlawiyya, fondata dal maestro spirituale Rumi, e in cui Sufi Whirling è praticato da devoti come forma di meditazione attiva all’interno della cerimonia Sama. Tutto nella pratica Sufi è rivolto a collegare il devoto/l’amante all’amato/Dio/anima. Se andiamo in India, vediamo che è presente una storia di danza sacra molto articolata; la cultura indù è sempre stata molto spirituale, profondamente collegata alla natura. Infatti, la prima versione dell’induismo era chiamata Sanatana Dharma, la religione della verità o della natura, dove equilibrio e armonia erano gli obiettivi principali adorando l’incarnazione delle divinità nelle forme della natura.

Guardando a queste diverse tradizioni nel mondo, ciò che rimane quasi uguale è la danza devozionale praticata fin dalla sua origine all’interno della comunità e dei templi, perché strettamente connessa alla vita ritualistica. I danzatori e le danzatrici erano considerati/e le spose e gli sposi della divinità e passavano attraverso un intenso allenamento e diversi anni di studio per essere accettati pienamente nei templi.

 

Nella danza classica indiana, la danzatrice, come nell’antico Egitto, ha l’obiettivo molto difficile non solo di rappresentare la Divinità, ma di incarnare il divino in ogni gesto, espressione, passo e movimento, così come nei costumi e nella scenografia. Tutto nelle arti indiane è un’espressione del divino e il pubblico ha la possibilità di sperimentare l’incarnazione a seconda del talento dell’artista; è paragonabile all’aspetto catartico tipico della tradizione greca.

 

La storia della danza sacra è lunga quanto il numero di culture che sono apparse e scomparse sul pianeta Terra attraverso la storia. È impossibile tracciare una storia completa della danza sacra in questo contesto, ma ciò che è stato descritto qui è importante per chiarire che il movimento sacro del corpo, divenuto nel tempo danza sacra, non è qualcosa che è spuntato fuori dal nulla di recente; ha radici profonde nell’evoluzione umana e spirituale.

 

Per entrare nel pieno della danza sacra non è sufficiente mettere la musica e ballare liberamente, bisogna riconoscere se stessi e se stesse come sacre e studiare le antiche o recenti tecniche che permettono di avere un alfabeto pratico ed energetico potente e radiante. E’ un atto ritualistico che ha una modalità specifica, regole, atteggiamento ed intenzione.

La maggioranza delle persone credono che la danza sacra sia una danza libera estatica, ma non lo è proprio per il fatto che la danza di per sé è un insieme di movimenti e passi ben codificati. Se guardiamo le culture che ho descritto sopra, tutti questi danzatori e queste danzatrici hanno anni e anni di pratica e di studio; la danza sacra viene con la cultura e l’istruzione, non riguarda il movimento libero. Il punto fondamentale per approcciarsi alla danza sacra, inoltre, è: riconoscere sé stessi e sé stesse come sacri e sacre, quindi accettare di trasformare tutte quelle credenze che tengono lontani dalla nostra natura.

 

Guardando al passato più vicino, c’è un legame tra le culture antiche e il presente della danza sacra che si trova nelle grandi performer del XX secolo come Isadora Duncan, Ruth St. Denis e Martha Graham, il cui contributo ha sviluppato ciò che oggi chiamiamo danza moderna e danza contemporanea, combinando elementi di danza sacra con altri generi di danza. Quelli sopra elencati sono solo alcuni esempi, solo alcuni che conosco meglio. Inoltre, ci sono tanti fenomeni contemporanei di danza sacra al giorno d’oggi, nei quali i componenti della danza sacra si fondono con filosofie o pratiche antiche. Il contributo che ho desiderato portare in Italia personalmente ha dato alla luce il sistema Danza Della Dea®, che ha voluto recuperare le radici del movimento intrinseco della vita, presente non solo nella memoria cellulare, ma anche nell’anatomia dell’essere umano. Cosa ci può essere di più sacro, se non la vita stessa?

Ti ringrazio di avermi letta fino a qui e se desideri fare esperienza diretta ti aspetto nei corsi e percorsi dedicati!

Con amore,

Giulia Mion

 

©Giulia Mion 2024 tutti i diritti riservati.

Dott.ssa in Tecniche artistiche di teatro e spettacolo ramo storia della danza e teatro, danzatrice sacra, operatrice e formatrice olistica nell’ambito del sacro femminino e sessualità sacra, ispirandosi agli scritti di Simona Evoli (Dharma Devi) ed al testo “Storia della danza” Curt Sachs.

Sulle formazioni in calendario: www.giuliamion.it

 

Segui la newsletter su Telegram: https://t.me/danzadelladea_ufficiale

 

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